Tra piante esotiche e l’incanto della flora locale, il Castello Aymerich a Laconi è immerso nel parco naturalistico che porta lo stesso nome.
Si tratta di un angolo naturale raro in Sardegna, una regione temprata dal sole, dove solo pochi paesi possono vantare abbondanza d’acqua in ogni periodo dell’anno.
Il Castello Aymerich sorge su un tacco calcareo di circa 500 metri che apparteneva al territorio giudicale di Arborea. In questo periodo storico, il borgo aveva ancora il nome di Villa de Lacon, in omaggio alla famiglia nobile che qui aveva numerose terre e interessi economici.
Oggi rimangono solo ruderi dell’antico castello, ma si possono individuare facilmente diversi edifici.
Il più antico è un’ampia sala a pianta rettangolare, forse una torre, circondata da un porticato con una lunga galleria di finestre in stile gotico-catalano e un ingresso ad arco che immetteva su una corte (spazio aperto) molto spaziosa.
Lo stile è sicuramente in stile romanico e in origine il palazzo doveva essere a tre livelli.
Proprio sotto la volta, si può ancora vedere un’epigrafe sulla quale si legge della presenza di una porta e una data, il 1503. L’epigrafe, tuttavia, non è stata ancora decifrata e, considerando i numerosi interventi di costruzione e ricostruzione, è legittimo pensare che sia stata utilizzata insieme ad altri blocchi di pietre provenienti da cantieri vicini.
Entrando nella corte interna, si possono ammirare i resti di due edifici databili intorno al 1600. Attraverso una scala esterna, si accede ad una sala sul piano superiore che guarda direttamente al cielo, perchè il soffitto è ormai distrutto.
De Sena, Castelvì e Aymerich: le famiglie nobiliari di Laconi
La storia del borgo di Laconi, situato nella provincia di Oristano è molto antica, e vede succedersi altre tre famiglie nobiliari: I De Sena, i Castelvì e gli Aymerich.
Don Ignacio III Aymerich y Brancifort fu il primo Marchese di Laconi della della famiglia Aymerich.
Amatissimo dalla popolazione locale, ricevette l’offerta (che declinò) di diventare Vicerè di Sardegna, in seguito alla rivolta del 1794, quando gli insorti cagliaritani cacciarono il Vicerè Balbiano e tutti i funzionari piemontesi nei giorni tumultuosi di Sa die de Sardigna.
Ma fu con Don Ignacio V che il destino di Laconi cambiò in modo radicale: egli, infatti, si battè per l’unificazione amministrativa della Sardegna con gli altri Stati Reali di terraferma e incentivò la produzione di seta, allevandoli in una stanza apposita del Palazzo, detta “la stanza dei bachi da seta“.
Non solo: introdusse le trebbiatrici meccaniche, trasformando radicalmente il lavoro degli agricoltori che fino a quel momento era appannaggio solo degli uomini e degli animali.
Dopo la distruzione del castello a causa di un incendio, Don Ignacio V affidò la costruzione del palazzo di famiglia all’architetto Gaetano Cima, che in quegli anni aveva realizzato altre opere monumentali a Cagliari, come l’Ospedale Civile San Giovanni di Dio e la Scuola Elementare Riva.
Il Parco: un angolo esotico accanto al castello Aymerich
Prima della costruzione del nuovo palazzo nobiliare, Don Ignacio V chiese a Gaetano Cima, architetto cagliaritano, di riprodurre un giardino sontuoso, come aveva visto nei viaggi in Francia e Spagna: il risultato fu un parco dove la flora locale e piante esotiche convivono ancora oggi, dopo secoli, in perfetta armonia. Accanto agli arbusti di macchia mediterranea, è facile trovare un Cedro del Libano, un Pino di Corsica o una Magnolia Grandiflora .
E, come se non bastasse, quest’angolo incantato è arricchito dal Museo delle Statue Menhir, che raccoglie la più vasta collezione di statue preistoriche della Sardegna, a partire dalle Perdas Fittas (pietre semplici o antropomorfe) datate intorno al III millennio a. C.
Sei mai stato a Laconi? Se ancora non conosci il paese e il parco, è arrivato il momento di fare una visita. Scopri anche gli altri Castelli della Sardegna!
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Photo Credits: courtesy of ArcheoFoto Sardegna – Nicola Castangia – Maurizio Cossu