Il castello di Acquafredda sorge su un colle di origine vulcanica ad una altezza di 256 metri sul livello del mare, a soli 4 chilometri dal paese di Siliqua, nella Provincia di Cagliari.
A differenza di altri castelli medievali sparsi nell’isola, non più accessibili in sicurezza, conserva numerose sezioni visitabili e offre un’area dedicata all’accoglienza dei visitatori, dove ci si può riposare o fare un pic-nic.
Dal 1993, per la ricchezza e il valore del patrimonio storico, artistico e naturalistico che lo caratterizza, è Monumento Naturale.
Non ci resta che andare a scoprire la sua storia e visitarlo – per oggi – a distanza!
Ugolino, il primo inquilino del castello di Acquafredda
Vi ricordate di Ugolino della Gherardesca, il personaggio di cui parla Dante nella Divina Commedia?
Un personaggio storico famoso, collegato ad una vicenda macabra che nell’immaginario comune è sinonimo di cannibalismo: il Conte Ugolino, rinchiuso insieme ai figli Gaddo e Uguccione nella Torre della Muda a Pisa, nel canto XXIII dell’Inferno narra lo strazio per aver visto morire di fame i suoi figli e termina il suo racconto con una frase che ancora oggi rimane un mistero: “Poscia, più che ‘l dolor, potè il digiuno”.
Lo stesso Ugolino, conte dei Donoratico fu il primo proprietario del Castello di Acquafredda: nel 1257, all’indomani della caduta del Giudicato di Karales, divenne padrone di un ampio territorio che si estendeva da Cagliari, all’Iglesiente, zona ricchissima di minerali preziosi, come argento e piombo.
La struttura: mastio, torre cisterna e borgo
Il castello di Acquafredda si erge su tre livelli, che seguono in modo armonico la geologica della collina.
Cominciamo dal basso: siamo a 154 metri sul livello del mare. La prima linea difensiva è il borgo, dove si trovavano gli alloggi dei soldati, magazzini per scorte di viveri, armi e utensili.
Si tratta di una cinta muraria con tre torri, di cui solo una probabilmente a tre livelli, ancora in buono stato. In alcuni punti, si può vedere la tipica bordatura merlata guelfa, a testimonianza della provenienza toscana del casato dei Donoratico.
Salendo al livello superiore, circa 200 sul mare, s’incontra la Torre Cisterna. Ha forma quadrata e dimensioni molto ampie, considerando l’importanza che doveva avere la conservazione dell’acqua in una comunità così grande, composta da tanti castellani e soldati.
Terzo e ultimo livello: eccoci al mastio, che racchiudeva gli ambienti in cui soggiornava il padrone, insieme alla sua corte.
Siamo a 256 metri sul mare, nel cuore del castello, raggiungibile solo attraverso un complicato sistema di scale e ingressi. Il mastio, a due piani, aveva una terrazza e una cisterna propria. Oggi rimangono solo le facciate nord-ovest e sud-est, guarnite di stemmi e merlature e la Torre di Guardia detta “de s’impicadroxiu” (dell’impiccagione).
La vista è spettacolare e nelle giornate di cielo terso la vista spazia per tutta la Valle del Cixerri, la Marmilla, il mare e perfino il Gennargentu
Il Domo Andesitico di Acquafredda
Se la storia del Castello medievale di Acquafredda è affascinante e misteriosa, altrettanto mozzafiato è lo scenario naturale che lo circonda: il domo deriva dalla presenza in epoche remote (si parla di circa 27 milioni di anni fa) di un vulcano. La lava fuoriuscita dalla bocca del vulcano si è raffreddata e consolidata in breve tempo, creando un avvallamento montuoso.
Per via delle caratteristiche geologiche, l’ambiente naturale è così particolare: gheppi, donnole, corvi imperiali, pernici, falchi e perfino qualche aquila reale trovano un habitat ideale tra i ginepri e gli altri arbusti di macchia mediterranea.
Uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita, aspettando il tramonto per uno scatto memorabile!