La sfilata di Sant’Efisio: il martire guerriero patrono della Sardegna
In Sardegna il primo maggio è sinonimo della sfilata di Sant’Efisio, il martire guerriero patrono dell’isola, che nel 1656 – secondo le cronache del canonico Giovanni Spano – apparve in sogno al Vicerè conte di Lemos, chiedendo il voto di una processione in cambio della liberazione della Sardegna dalla peste, arrivata ad Alghero attraverso un gruppo di marinai catalani e poi diffusasi in tutta la regione.
Una processione religiosa che ancora oggi, dopo 362 anni, è sentita da tutti i Sardi, come l’evento popolare e mistico per eccellenza capace di accomunare credenti, semplici cittadini e turisti per l’imponenza della sfilata, la magnificenza del percorso, le sue tappe simboliche e l’alone mistico che l’accompagna.
Non è un caso che la sfilata di Sant’Efisio sia stata inclusa nell’elenco italiano dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità sotto il patrocinio dell’Unesco.
Chi era Sant’Efisio?
Ufficiale dell’esercito romano sotto Diocleziano, Efisio -nato a Gerusalemme- viene inviato nella penisola italica a combattere i cristiani. La leggenda racconta che durante il viaggio ebbe una visione del suo martirio e che si convertì all’arrivo a Gaeta, dove fu battezzato.
Convertito al Cristianesimo, venne trasferito in Sardegna a combattere i pagani dell’entroterra. La sua conversione così forte e repentina lo spinse a scrivere allo stesso Diocleziano affinchè abbracciasse la parola di Cristo, provocando le ire dell’imperatore che ordinò, invece, di punirlo con il martirio.
Confinato a Cagliari nella prigione che porta il suo nome e che ancora è possibile visitare nel quartiere di Stampace, fu poi portato a Nora per scongiurare un’insurrezione di popolo e giustiziato.
Prima di essere ucciso promise però di difendere per sempre Cagliari e il suo popolo.
Il percorso della sfilata di Sant’Efisio
La sfilata di Sant’Efisio, il martire guerriero venerato da tutti i Sardi, inizia il 30 aprile con la vestizione del santo nella Chiesa di Stampace ad opera dei membri dell’Arciconfraternita del Gonfalone e la preparazione della “valigia del santo”.
Qui si conservano da sempre gli abiti semplici che la statua indossa una volta raggiunta la località di Giorgino a pochi chilometri da Cagliari.
La statua viene addobbata con tutti i gioielli ex voto, dono dei fedeli, e posta sul cocchio settecentesco per poi iniziare il suo lungo percorso.
La sfilata di Sant’Efisio dura 4 giorni: il 1 maggio, il cocchio parte dalla chiesa eponima situata a Stampace, quartiere storico di Cagliari, e sfila lungo le vie del centro cittadino preceduta dalle traccas, carri trainati da buoi decorati a festa, ricoperti di trine, nastri e fiori.
E’ poi il turno dei gruppi folkloristici di 94 paesi della Sardegna vestiti con il costume tradizionale, ricco e coloratissimo, e continua con i cavalieri e i miliziani.
Giunto in Via Roma, davanti al Palazzo liberty del Comune, il cocchio del santo viene salutato dall’Alter Nos, la figura istituzionale che incarna l’incontro tra municipalità e religiosità.
L’arrivo del cocchio viene preceduto dal suono delle launeddas e il pavimento lastricato di Via Roma viene cosparso di petali di fiori e trasformato letteralmente in un tappeto profumato e variopinto.
Decine di donne in costume tradizionale lanciano petali da grandi cestini lungo la strada in quello che è uno dei momenti più emozionanti di tutto il percorso del santo, “Sa Ramadura“.
All’arrivo del cocchio, tutte le navi attraccate in porto suonano le sirene in segno di saluto e omaggio, mentre la folla si accalca intorno al simulacro del santo per chiedere una grazia o anche solo per una breve preghiera.
Da questo momento, migliaia di persone seguono il Santo fino a Nora, lungo un percorso di 65 chilometri.
Il programma di Sant’Efisio 2019
Anche se la sfilata di Sant’Efisio, il martire guerriero nasce come processione religiosa, dopo più di 360 edizioni, è considerata la festa di tutta la Sardegna, di tutta la sua gente e dei costumi tradizionali dell’isola.
La statua di sant’Efisio dopo la “Ramadura” si avvia verso Giorgino, dove si trova l’antico villaggio dei pescatori, Sarroch, Villa San Pietro, Pula e infine Nora.
Il 4 Maggio la processione ritorna a Cagliari in un corteo, di solito meno numeroso, silenzioso e in preghiera, illuminato dalle fiaccole riaccompagna la statua nella Chiesa di Stampace, dove il Santo riposerà fino al Maggio successivo.
Photo credit: Valentina Cugusi