Il Castello di San Michele sorge sul colle a nord di Cagliari, a 120 metri sul mare in posizione strategica sulla città, quasi a protezione dell’area vasta che si stende fino al Golfo degli Angeli.
Ed è questa la prima funzione che il castello ha avuto agli albori. Costruito intorno al X secolo, a cavallo tra l’epoca bizantina e quella giudicale, il castello era posto a guarda di Santa Igia, la capitale del Giudicato di Cagliari dal IX secolo, distrutta in seguito dai Pisani.
La struttura del Castello
L’edificio è a pianta quadrata, così come le tre torri angolari ed è circondato da un fossato e una cortina muraria. Un ponte levatoio permetteva l’accesso al castello.
Guardando il lato ovest, si possono notare due ingressi laterali affiancati: sono i resti della chiesa di San Michele sulla quale è sorto il castello e dalla quale prende il nome.
Il panorama dal Castello di San Michele
I protagonisti nei secoli
Nel 1387, in seguito alla conquista catalana di Cagliari, il castello di San Michele a Cagliari viene concesso al nobile Berengario Carroz in cambio della sua lealtà e del suo impegno militare al fianco della corona, insieme a terre e feudi che comprendevano parte del Sarrabus e arrivavano fino alla Gallura.
Il castello diventa così una delle dimore più lussuose della Sardegna, ma anche teatro di affari poco puliti, scambi economici al limite del lecito, sopraffazioni e perfino di abusi e contrabbando. Alla sua morte, l’unica figlia legittima Violante eredita – seppure donna – le immense ricchezze del padre e il potere da lui conquistato.
Violante non è amata dalla popolazione di Cagliari, sia perchè donna potente e ricca alla quale obbedire, sia per il suo carattere difficile, a tratti autoritario e ribelle.
La sua vita è un susseguirsi di lutti e la serenità coniugale, un miraggio. Due volte vedova, perde anche i figli. Si scontra con il canonico Castangia che non vuole concederle l’annullamento del matrimonio e lo fa uccidere. Il suo corpo mutilato viene appeso come avvertimento alla torre del castello. Un delitto gravissimo che la Chiesa non tarda a punire: Violante viene scomunicata.
Solo molti anni dopo, forse pentita per il gesto dettato dalla rabbia, si rinchiude in una cella del Convento di San Francesco (nell’attuale via Sassari, a Cagliari) e qui muore in solitudine nel 1511.
Nel 1511 il castello passa in mano a un’altro ramo della famiglia Carroz, precisamente a Guglielmo de Centelles, nipote di Violante, per poi diventare luogo di accoglienza dei malati, durante la peste che colpì Cagliari nel 1656.
Nel 1895 Roberto di San Tommaso, un ricco privato acquistò il castello e lo affidò alla maestria dell’architetto Dionigi Scano affinchè fosse restaurato.
Se il castello oggi è circondato da una splendida pineta, in parte è dovuto al progetto di Dionigi Scano, in parte all’opera del Comune di Cagliari che, negli anni, ha valorizzato uno dei monumenti più interessanti della città, anche se lontano dal centro e avvolto in un alone di mistero
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