Se pensate che la devozione tradizionale verso un santo sia fatta solo di processioni, fiori e canti, vi invitiamo a scoprire S’Ardìa, una corsa a cavallo sfrenata e pericolosissima, in onore di San Costantino, detto Santu Antine o Antinu.

S’Ardia, si svolge ogni anno fin dal 1806 a Sedilo, un piccolo paese di 2000 abitanti in provincia di Oristano, nel mese di Luglio.
Le origini di questo festa popolare rievocano la battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C, nella quale il futuro imperatore Costantino vide in cielo il segno della vittoria.
Chi sono i cavalieri dell’Ardìa?
Correre a cavallo in occasione de S’Ardìa è un privilegio che solo a pochi, tra gli abitanti di Sedilo, è concesso: il nome della “prima pandela“, o capo corsa, si sceglie da un elenco di nomi iscritti anni prima in un registro segreto tenuto dal parroco e comunicato al paese intero il giorno della festa di Sant’Antonio, il 16 Gennaio.
Sarà la prima pandela a scegliere poi i suoi cavalieri (sa secunda e sa terza pandela), oltre alla sua scorta, che rappresenta l’esercito di Costantino.
Durante la festa di maggio di sant’Isidoro, si proclamano i nomi dei cavalieri protagonisti dei due giorni de S’Ardia

Il percorso de S’Ardia
I cavalieri si lanciano lungo un percorso scosceso e dissestato a una velocità folle.
Oltre al capo corsa, la “prima pandela”, quasi cento cavalieri girano intorno al santuario 7 volte per poi dirigersi verso Sa Murredda, uno spazio circolare con al centro una croce.

Il sito ufficiale dedicato a S’Ardia indica il percorso, le aree sicure predisposte per il pubblico e la dislocazione dei servizi

Per Sedilo è un giorno ricco di attesa e la preparazione dura mesi, ma l’evento ha varcato i confini regionali e ormai richiama turisti da tutta Italia e anche dall’estero, attirati anche dal complesso nuragico di Iloi e dalle domus de janas di Ispiluncas.
Le origini de S’Ardia e la disputa tra Scano Montiferro e Sedilo
Racconta una storia che, per molto tempo, fino al 1806 , anno della disputa tra Scano Montiferro e Sedilo, S’Ardia fosse organizzata ad anni alterni dagli abitanti dei due paesi.
Dal 1806, S’Ardia si svolge a Sedilo e solo i Sedilesi possono partecipare alla corsa equestre.
Ma l’origine di questa festa popolare viene da molto lontano e va ricercata in una visione mistica avuta da Don Giommaria Ledda.
Prigioniero dei Mori, sognò di incontrare un giovane vestito da guerriero romano che gli promise la libertà a condizione che edificasse una chiesa in onore di San Costantino sul Monte Isei.
Egli rispose di non poterlo fare per mancanza di denaro ed il giovane guerriero scomparve.
Il giorno dopo, inspiegabilmente, Giommaria riottenne la libertà.
Pochi giorni dopo, durante il viaggio verso Ghilarza, incontrò nuovamente il giovane apparso in sogno che, ricordandogli la promessa, gli consegnò un portamonete con 20 monete d’oro.
Fu così che Giommaria iniziò a costruire sul Monte Isei un santuario dedicato a Costantino e ogni volta che le monete terminavano, il borsellino si riempiva come per magia.
Dopo aver concluso la costruzione del santuario e di un alloggio per i pellegrini, Giommaria acquistò una statua di Santu Antine e fissò la data della festa in onore del santo lo stesso giorno in cui ebbe la visione del santo guerriero: il 7 luglio.
Insieme alla sfilata di Sant’Efisio, I Candelieri o Sa Faradda, e il Carnevale, S’Ardia è una delle feste popolari più conosciute della Sardegna.
Per questo, se non l’avete ancora vista con i vostri occhi, è un’esperienza da non perdere: polvere, cavalli, folla in delirio si mischiano all’esperienza dal sapore religioso, ma mantengono intatta la partecipazione febbrile del popolo di Sedilo in onore dell’imperatore guerriero.
Photo Credit Immagine principale: Carla Deidda